Descrizione
Prendete l’intelligenza e la lungimiranza di docenti universitari; un gruppo di studentesse appassionate i cui percorsi si sono incrociati brevemente per un laboratorio didattico di italiano L2; prendete ancora una classe elementare e sette bambini stranieri; aggiungete, poi, un personaggio di fantasia, buffo e stravagante, che come per magia si concretizza agli occhi degli alunni con la sua stramba malattia, la parolosa acuta, ne verrà fuori una miscela esplosiva di dedizione, impegno, esperimenti didattici a sfondo ludico, apprendimento L2 e proposte d’insegnamento utili, interessanti e alla portata di tutti i docenti e di tutte le classi elementari. Tutto questo e molto più è il contenuto di questo testo, riadattamento di due tesi di laurea gemelle, frutto di un anno di ricerche, studi e analisi compiute sulla base dell’esperienza offerta dal LAPOSS, Centro di ricerca dell’Università degli studi di Catania.
Il testo affronta in una prima parte il discorso generale e più scientifico riguardante la tipologia linguistica e gli studi condotti da questa sull’apprendimento della L2; una seconda parte dedicata interamente alle metodologie didattiche per l’insegnamento dell’italiano a stranieri e a progetti e proposte di didattica ludico-teatralizzante realizzati in classe e da realizzare.
Notizie sugli autori:
Cristina Arena e Sonia Baglieri conseguono la laurea in Lettere Moderne prima, e in Filologia Moderna poi, incrociando e condividendo più volte i loro cammini lungo la via della passione per la linguistica, la grammatica italiana e, soprattutto, l’insegnamento di materie umanistiche. L’insieme di questi interessi le ha portate a sperimentare percorsi didattici e laboratoriali a carattere ludico sia per le classi della scuola primaria sia per le classi della scuola secondaria di primo grado, rivolgendosi sia a studenti stranieri che italofoni. La loro formazione è in costante aggiornamento tramite masters, esperienze lavorative, formative e progetti didattici con enti scolastici e universitari.
Per approfondire…
La collana prende avvio dal testo “Itinerari di didattica ludica dell’italiano L2 nella scuola primaria”, vero e proprio manifesto di Tesi in-visibile e possiamo dire della Baglieri Editrice tutta, avendo in comune ingredienti quali ricerca, sperimentazione, capacità di provare, di ottenere e voglia di ricominciare a cercare! Questo è lo spirito del testo di Cristina Arena e Sonia Baglieri. Due tesi di laurea distinte tra loro ma complementari, entrambe in Grammatica Italiana, con relatrice la prof. Rosaria Sardo (docente di Grammatica Italiana e Storia della Lingua per la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania); due tesi frutto di due allora studentesse che hanno fatto della didattica ludica una “missione”. Nella fusione che qui nasce, la didattica ludica viene suggerita come strumento alternativo all’insegnamento dell’italiano come lingua-seconda ai bambini/studenti stranieri nelle classi delle nostre scuole.
Il testo si propone innanzitutto come una scorcio di quanto la scuola propone in tal senso, di quanta energia creatività e competenze i docenti stanno investendo nella sperimentazione, persino mettendo in discussione la didattica e i metodi “classici”, i programmi disciplinari e se stessi, mettendosi dalla parte dei bambini. La produzione di testi e materiali didattici di questo genere è ancora molto limitata in Italia, ma il sempre maggior flusso di immigrati lascia intravedere la speranza di un aumento di tale produzione: nascono sempre bisogni linguistici nuovi, servono quindi nuove competenze professionali.
Il testo è quindi dedicato al mondo della scuola: il luogo più naturale per il confronto; una terra di mezzo per l’incontro delle diversità che popolano il nostro mondo; scuola come mediatrice di tali diversità, annullando ogni prospettiva egocentrica ed etnocentrica. A scuola si impara e imparare significa crescere; tutto questo avviene meglio con lo scambio di idee ed esperienze. Proprio l’esperienza è la chiave del successo della sperimentazione delle due autrici, partendo dall’assunto che se la lingua per i bambini è uno strumento per il gioco, allora il gioco può essere lo strumento per imparare la lingua. Per conseguenza, non si andrà più a scuola per imparare la grammatica in maniera passiva e, diciamo pure, noiosa, ma per giocare con la grammatica.
Il testo si compone di 5 capitoli. Se i primi si possono definire più “scientifici” in quanto affrontano il tema scendendo nello specifico della materia (le lingue e le tipologie linguistiche, la sociolinguistica, le teorie acquisizionali della lingua seconda…), dal terzo capitolo si entra nel vivo della sperimentazione delle metodologie didattiche dell’italiano come L2 (si sottolinea la pragmaticità dei paragrafi dedicati ai materiali didattici, specificandone la natura innovativa e che punti a stimolare la fantasia tanto dei discenti quanto dei docenti, o ancora il ruolo dell’insegnante e la sua interazione con gli alunni stranieri).
Il IV capitolo è dedicato all’esperienza sul campo delle due autrici con la descrizione completa del progetto da loro ideato e quindi suggerimenti pratici e utili a chi volesse adattare alla propria classe o trarre spunto per elaborare un nuovo progetto. Partendo da questa sperimentazione, viene poi proposto un intervento didattico che faccia leva sui pro e i contro del progetto stesso. Funzionale e preziosa l’appendice, nella quale vengono presentate per intero le attività ideate totalmente ex-novo dalle autrici (schema degli incontri, filastrocche…).
Due i punti che vorrei sottolineare che danno un valore aggiunto e di innovazione al lavoro: l’aver puntato sul concetto dinamico di “unità di apprendimento” e non di “unità didattica” e l’aver scommesso sul metodo di realizzazione della teatralizzazione.
Parlare di unità di apprendimento significa progettare obiettivi formativi, attività educative e didattiche mirate che concretizzino tali obiettivi, modalità di verifica delle abilità acquisite. La classe diventa un laboratorio: non più solo la lezione frontale, ma materiali concreti, iconici, virtuali e simbolici.
Anche il secondo punto che vorrei attenzionare ribalta l’accademicità dell’insegnamento tradizionale e della lezione frontale: la teatralizzazione stimola la creatività di alunni e insegnanti, rende più semplice e spontanea la memorizzazione delle regole presentate, risulta facilmente adattabile alle esigenze di classi diverse. Proprio questo è l’obiettivo del testo di Cristina Arena e Sonia Baglieri: nello specifico si offre un esempio giovane e dinamico di didattica ludica per l’insegnamento della grammatica italiana in classi che vedono la presenza di alunni stranieri (esempio che può essere adattato e modellato sui bisogni specifici di ogni classe), ma a livello più ampio si forniscono le regole-base, gli ingredienti e i suggerimenti utili per elaborare un nuovo progetto. Un testo, quindi, per tutti quegli insegnanti ed educatori che vogliono scommettere e mettersi in gioco, pronti a dare stimoli nuovi a sé stessi, ai propri ragazzi e alla scuola tutta.
Eugenia Lombardo
Coinvolgere in modo attivo e diretto gli studenti attraverso la creazione di un setting accattivante come quello ludico, significa, infatti, permetter loro di comprendere e ricomporre in modo autonomo le regole trasmesse, sollecitando le loro capacità metacognitive e di conseguenza sviluppando, o consolidando, in loro una conoscenza piena e cosciente. A questo principio teorico si è ispirato il laboratorio ludo-didattico Una cura per la parolosa acuta, bambini dai banchi alla cattedra, svolto presso l’istituto comprensivo statale Cesare Battisti di Catania e descritto accuratamente in Itinerari. La metodologia didattica adottata ha affidato alla teatralizzazione il compito di sollecitare la comprensione e l’apprendimento da parte dei bambini delle regole trattate. A tale scopo è stato creato e interpretato da noi un maestro affetto dalla “parolosa acuta”, malattia caratterizzata da perdita di memoria e pronuncia storpiata di parole. Solo gli alunni, attraverso vari giochi linguistici e attività individuali e di gruppo, erano in grado di guarire il maestro. La strategia didattica adoperata ci ha permesso di rendere vivo e stimolante l’apprendimento trasformandolo in un’esperienza vivace e gratificante. Infatti, nonostante le difficoltà di ogni studente, siamo riuscite a ottenere dei buoni risultati soprattutto in merito alla comprensione delle categorie del genere e del numero e all’applicazione della regola della formazione base dei nomi. Questa esperienza, così come quelle condotte successivamente in altri istituti scolastici, hanno dimostrato quanto sia utile elaborare delle proposte didattiche che mirino attraverso strategie ludiche a potenziare le abilità già in possesso da parte degli alunni e a sviluppare quelle carenti. Ciò permetterà sia di facilitare e migliorare le relazioni tra docenti e apprendenti, sia di organizzare le situazioni d’apprendimento e interpretarle in modo significativo in vista di un miglioramento didattico e individuale dello studente. Per questo motivo ci ripromettiamo di portare avanti questa strada e di condurre nuovi progetti e nuovi laboratori con l’obiettivo di rielaborarli in veri e propri manuali per gli insegnanti e tutti coloro che lavorano e sperimentano con i bambini e i ragazzi.
Cristina Arena
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